Descrizione
Lavorazione del legno
Fin da tempi remoti risulta che i sanzesi hanno prodotto una svariata quantità di oggetti artigianali lavorando il legno.
In particolare pastori e contadini prediligevano il legno duro e compatto del "bosso" (arbusto sempreverde con piccole foglie ovali che cresce sulle sponde del fiume Bussento) per realizzare oggetti, spesso di pregiata fattura, necessari alla vita quotidiana o di puro ornamento.
Quelli utili maggiormente prodotti erano:
"Chiantaturo" (Cavicchio);
"Cocchiaro" (Cucchiaio).
Ogni artigiano aveva un proprio soggetto decorativo per cui, a seconda dell’autore, su ogni chiantaturo o cocchiaro venivano intagliati, con coltello a punta bene affilato, motivi geometrici, floreali, figure di animali, simboli delle stagioni.
Spesso l’impugnatura del Chiantaturo era la figura di un uccello che, unita all’atto del buco nel terreno per l’introduzione del seme, attribuiva all’oggetto un significato fallico e propiziatorio. Il Cucchiaro, di varie forme e dimensioni, era sempre ben levigato e rifinito nell’intaglio; era usato come tale e quindi di pratica utilità .
Altri oggetti simili erano:
Ruocciolo (mestolo);
Colaturo (filtro per il latte);
Altri ancora:
Coddaro (collare per animali a cui si infilava la campana);
Scalandrone (attaccapanni presso gli stazzi).
Cangieddo (versione semplice del basto per l’asino);
Còfena (grandi ceste di sfoglie di legno che si legavano in coppia sul Cangieddo).
Anche i soggetti della produzione decorativa non si scostavano molto dalla realtà contadina: era ricorrente la produzione in miniatura di buoi con aratro, asino con soma, tavole con motivi floreali o delle stagioni. Non mancavano poi gli strumenti musicali a fiato: la Tofa (strumento che veniva ricavato dalla corteccia del castagno avvolta a forma di spirale che emetteva un suono simile alla tromba), il Flauto e la Ciaramella che viene tuttora prodotta, anche a richiesta, da un artigiano sanzese in varie forme e diversi tipi di legno.
In parallelo a questa espressione artigianale che potremmo definire "della campagna" si sviluppava quell'artigianato più "raffinato" legato al centro abitato la cui testimonianza più significativa si ha nella composizione e curato intaglio del Pulpito della Chiesa Madre.
Di bella fattura anche gli intagli ai Portoni d’ingresso e mobili in particolare di qualche famiglia facoltosa.
Buona parte degli oggetti descritti vengono ancora prodotti dagli artigiani ancora attivi, nel rispetto della tradizione e con tecniche antiche passate da padre in figlio.
Lavorazione del Ferro
Le testimonianze locali di prodotti in ferro non sono molte nonostante la fiorente attività delle ferriere sul fiume Bussento tra il '700 e l'800.
Nel centro abitato quella più evidente è l'inferriata all'inizio di Porta Pungente.
Altre testimonianze sono a Napoli con le grate e l'inferriata al Palazzo della Borsa e ai palazzi (4 palazzi) di Piazza Nicola Amore.
Lavorazione della Pietra
La testimonianza più interessante della lavorazione della pietra è data dalle opere dello scultore sanzese del '700 Sabinus de Peluso (vedi articolo pubblicato su "Santuario Madonna del Cervato", autore S. De Mieri, anno 1997, opera citata in "Scheda Bibliografica" nella sezione "Il Comune Oggi").
Anche in assenza di prove documentali è verosimile che i numerosi Portali del Centro storico di Sanza, costruiti tra il 1500 e 1800, siano opera di sanzesi.
Abbiamo anche esempi attuali di alta qualità quale la produzione di mortai, busti e altro dell'autore Bianco Demetrio, figlio di Sanza, residente da qualche anno in Toscana. Apprezzamenti per la bravura di questo autore sono venuti anche da ambienti universitari.
Per una più approfondita conoscenza di quanto si è parzialmente descritto sull'artigianato sanzese si invita il visitatore a visionare il sito www.sanza.it che riporta tutte le opere, con relativi autori e descrizioni, esposte nella MOSTRA DELL'ARTIGIANATO SANZESE tenuta a Sanza nell'agosto 2001.